mercoledì 21 agosto 2013

Nazario Pardini sulla poetica di Sandra Carresi


Sandra Carresi: L’ombra dell’anima ,  Libreria Editrice Urso. Avola(SR). Pp. 56

Sandra Carresi: Le ali del pensiero,  Libreria Editrice Urso. Avola(SR). Pp. 56

 

Tutto si fa motivo di partecipazione, motivo di convivenza e di esistenza

 

Il memoriale, la natura, l’amore inteso nella sua accezione più piena, l’arte, la vita, il sogno, l’immenso con tutto il suo trascinamento, quell’immenso verso cui ogni essere azzarda lo sguardo per sottrarsi alle angustie del terreno, per lanciare l’anima oltre gli orizzonti di un mare che già di per sé sa d’infinito, e la parola con tutto il suo dilatarsi ed intrecciarsi in armoniche romanze, sono gli ingredienti succosi e saporosi di queste due sillogi che si compattano per continuità ispirativa e organicità stilistico-contenutistica.

       E. A. Poe (1809-1840), pubblicate le sue Poesie nel 1831, nel saggio postumo Il principio poetico definisce la poesia “creazione ritmica della bellezza”, convinto che “il sentimento poetico si ottiene nell’unione tra poesia e musica, giacché nella musica, forse, l’anima raggiunge quasi interamente il grande fine per il quale, se ispirata da un sentimento poetico, essa lotta… per raggiunge la creazione della Bellezza Suprema…”.

E Sandra Carresi fa di tutto, ricorrendo ad assonanze, a consonanze, a rime interne, a paronomasie o ad altre figure stilistiche di grande vis creativa a che la sua poesia risulti armonicamente avvincente e suasiva nel suo abbraccio tra forma ed input emotivi:

 

Sto cercando di dare

una parvenza diversa e

intanto spalanco la finestra (pp. 14, L’ombra dell’anima);

 

(…) in fondo, ciò che

fa più alta la somma

è la passione che

spesso porta alla

realizzazione,

tutto il resto,

come dice una canzone,

è “noia” (pp. 15, ibidem);

 

(…) di un azzurro intenso

graffiato da stormi

di storni(…) ( “paronomasia”, pp. 46, ibidem).

 

E lo fa con scarti immaginifici di un animo che sa alternare reale a voli di onirica fantasia, impiegando eloqui ora stringati, e ora, magari, più ampi e distesi per voglia di dire, che in ogni caso si concedono ad abbandoni epico-lirici di tensione orfica. E l’armonia, la musicalità, il procedere flessibile del verso per rispettare le richieste impellenti dell’anima, sono i fondamentali di una onesta e buona resa poetica. L’antiporta di un mondo in cui la Nostra dà tutta se stessa per nutrire una storia che fa della vita e di ogni sua manifestazione lo specchio dell’anima. Sì, della vita! Poiché la poetessa l’ama questa vita. Ama i suoi frutti, i suoi colori, ama le sue vicende; vicende di un’avventura irripetibile; e anche da quelle negative e dalle sottrazioni, sa trarre gli aspetti positivi del vivere. Dato che lei vuole intendere, vuole capire, perché tutto, in definitiva, è un patrimonio che alimenta questa vita. E lo si vede, ad esempio, dalla maniera con cui osserva il mondo del figlio:

 

(…) sei tu

ricco di fantasia,

concreto sui tuoi

traguardi

(…)

Trasformando

da sempre,

il possibile

elemento di disturbo,

in fonte duratura

di

abbagliante

energia (pp. 28-29, ibidem).

 

Tutto si fa motivo di partecipazione; motivo di convivenza e di esistenza. E la Nostra, pur cosciente dell’impossibilità di varcare certe soglie, è persino invogliata a introdursi nelle maglie del mistero; a soddisfare le urgenti curiosità di sapere e di conoscere. Osserva, vogliosa di esistere, ogni segmento della realtà; lo fa suo per andare oltre l’apparenza con incantamento; e con lo stesso incantamento lo dà alla pagina fresco e zuppato del suo sentire:

 

() Anch’io ero lì,

un attimo fa,

ma sono già qui

al calduccio

e osservo la vita

dalla vetrata,

incantata (pp. 45, ibidem).

 

             E si fanno avanti squarci di un realismo lirico di grande impatto emotivo:

 

la rinascita dell’alba:

 

(…) Ogni alba,

nasce dall’abbraccio

della notte

per trasformarsi in giorno

perdendosi poi,

in un tramonto (pp. 9, Le ali del pensiero);

 

tutto ciò che sa d’eterno:

 

() E quando la notte

inizia farsi sentire,

e il nuovo/ giorno tarda a venire,

è nell’angolo più

buio che vibra

la forza

dell’antico incontro

di Noi (pp. 15, ibidem);

 

l’amore per il compagno:

 

(…) in ogni angolo

ci sono i tuoi

Pensieri,

i tuoi sonni,

i tuoi sospiri.

 

Ogni cosa

parla di te

e di noi(…) (pp. 17, ibidem);

 

quel vento che sussurra certezze:

 

() C’è un vento

che soffia di notte

e di giorno,

sussurra da sempre,

certezze del cuore (pp. 21, ibidem);

 

ma, soprattutto, quell’opera d’arte che è la Vita:

 

() Adesso, metto l’accento

sulla qualità di questa

avventura, che è per me

un’opera d’arte:

la Vita (pp. 22, ibidem).

                                                                                                                                             

             Tutto è indice di una filosofia esistenziale positiva da cui la Nostra trae forti emozioni per alimentare il suo “poema”. E anche se la Carresi sa che la vita è breve, e breve è il tratto che ci è concesso di tanta avventura:

 

() Noi, invece,

temiamo il freddo della notte

ed il passare del tempo,

ma, abbiamo cuore per

quell’aurora che

ci trova insieme (pp. 26, ibidem),

 

tuttavia è in possesso di quella grande forza interiore che induce a viverlo con attiva partecipazione questo segmento; a viverlo con l’intensità che richiede tale prodigio:

 

(…) E quando l’onda

s’incresperà alta,

cerca di ricordare

che io, sono lì con Te,

non come

un’intrusa,

ma forza nascente per domare

quell’onda troppo alta (pp. 32, ibidem).

 

             Sì!, anche se “sed fugit interea, fugit irreparabile tempus”, la poetessa sa volar via “prima che dal cielo l’acqua chiuda ogni via d’uscita”.

             Ma è la natura con i suoi colori, con le sue immagini sapide di vento e di mare, di albe rigeneranti, di tramonti terminali, di colli declinanti al piano leggeri e fugaci, ad accompagnare le confessioni erotico-esistenziali, o immaginifico-confidenziali della poetessa. Ed è soprattutto in queste pagine di fede e di amore che si fa più presente con i suoi abbrivi rappresentativi. Lì, dove il linguaggio traduce la polpa di un’anima volta ritrovarsi in un dire più allegorico e allusivo. C’è qui una natura docile e generosamente disponibile a rivestire con i suoi corpi le effusioni emotive; a ricorrere a combinazioni cromatico-figurative per dare consistenza al poetare.

             Versi brevi, incisivi; poesia libera, che gioca tutto il suo pathos su tirature di corto respiro, che sanno arrivare con immediatezza al sentire di ognuno. Sta qui, forse, la virtù di questa poesia: nella sua narrazione semplice e di polisemica significanza, che, senza orpelli d’inutile retorica, ci racconta una storia di eccelsi sentimenti e di nobili valori. Ci parla di vita e d’amore:  

 

Solo il vento può portarti altrove,

ma non prima che io ti abbia,

come sempre, raccolto nel cuore.

 

15/08/2013

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