mercoledì 17 settembre 2014

Susanna Polimanti su "L'ombra dell'anima" di Sandra Carresi

L’ombra dell’anima, edito da Libreria Editrice Urso nel 2012, è una raccolta di poesie il cui titolo è di per sé, un vero e proprio assunto della biografia dell’anima e della poetica tutta di Sandra Carresi.
Le sue poesie sono parole lievi che accompagnano concetti profondi, descrizioni di paesaggi che toccano il cuore. Nello scorrere sulla carta, i suoi versi suggeriscono all’animo di chi legge, suggestive cornici di emozioni e scenari come il profumo di un tiglio, il distacco struggente da radici che con l’età sbiadiscono o la memoria dell’odore particolare di un tempo, a ricordare lontananze di spazio e di sentire: “Non esiste un cuore senza radici[,] / non esiste un cuore che non possieda/ il profumo degli anni verdi[,] /belli, spensierati, sinceri e vulnerabili.”
Una dolcezza malinconica si dipana da ogni sua immagine, la poetessa s’immerge nelle stagioni della vita, le trasfigura nelle stagioni dell’anno e stana senza paura le ombre nascoste; “all’ombra della sua anima” torna a confrontarsi l’intensa e matura parola poetica che lei dipinge in “un quadro perfetto/ che respira salsedine” e ancora come “donna, farfalla[,] /pantera e sirena” si popola d’icone che si disegnano nell’Io e fuori dall’Io, sulla memoria di un vissuto che riemerge tramite il pennello delle parole.
La cover di questa raccolta poetica è leggiadra e armoniosa, ritrae una giovane donna dai lunghi capelli sciolti al vento che agita un drappo di raso rosso, quasi a spogliarsi del consueto abito, per indossare l’impalpabilità della sua anima, diventando così una pagina trasparente pe il lettore.
In ogni strofa scorre l’amore, vero e autentico, verso un figlio “Re di quadri” con il quale lei gioca in compiaciuta ammirazione, dedicandogli parole sapientemente disposte con funzione metaforica e simbolica, si diverte a competere con lui e si trasforma in una sorta di “designer” della sua stessa poesia. La poetessa si rivolge anche al suo compagno di vita, osserva e scruta l’evoluzione del sentimento d’amore che, mai sopito, si riaccende ogni giorno con il semplice tocco delle mani, non più “snelle ed ossute/ dei tuoi vent’anni” bensì “forti e massicceLe stesse che al mio corpo/ s’intrecciano la notte/e/giocano al risveglio/del mattino.”
Sandra Carresi condivide con il lettore anche il timore della morte, lo aiuta a riconciliarsi con essa, dipingendola metaforicamente con la poiana, uccello predatore il cui volo silenzioso le concede l’arrivo improvviso… “appostamenti improvvisi, artigli alla schiena/ e… silenziosa la morte.”
Ogni poesia segue un preciso ritmo senza alcuna pomposità, lo stile non è prosopopeico seppur ricco di echi e risonanze melodiche, vi si riscontra la molta cura delle scelte espressive con figure retoriche quali climax e anafore, a sottolineare un effetto progressivamente più intenso Una poetica fluida, spontanea che predilige un’intimità tipica dell’animo femminile, in ascolto delle sua anima, delle voci misteriose e silenziose della natura, in una realtà di simbolismo pascoliano.
Il critico, di fronte alla sua poetica, non può fare a meno di ascoltare Sandra Carresi  mentre inquadra la sua interiorità profonda, capace di cogliere gli aspetti meno ovvi della realtà e tutti quei sentimenti apostrofati dal vissuto, non si sofferma sugli aspetti strutturali o metrici, non ne sente la necessità, perché dai versi risaltano unicamente la speranza e la decisione di vivere il tempo con urgenza di luce.
Le strofe si susseguono aprendo un varco di rinascita. Non è dunque questo lo scopo della poesia? Esprimere i sentimenti attraverso immagini che siano tali da rendere universale ogni libera espressione e percorrere i sentieri di vita con la certezza che taluni “giganti” siano sempre “messi all’ombra [,] / a riposare [,] ”. La poesia di Sandra Carresi è specchio e interprete di un’autentica realtà, Sandra ne diviene scenografa, senza finzione alcuna.



SUSANNA POLIMANTI                                            Cupra Marittima 10.09.2014