mercoledì 11 luglio 2012

"Pensieri minimi e massime" di Emanuele Marcuccio, recensione a cura di Sandra Carresi

Pensieri Minimi  e  Massime
di Emanuele Marcuccio
prefazione di Luciano Domenighini
postfazione di Lorenzo Spurio
Photocity Edizioni, 2012
ISBN: 978-88-6682-240-0
Costo: 7,60 €


Recensione a cura di SANDRA CARRESI



Il mio primo pensiero va alla bellissima foto specchiata tra il blu del cielo di notte e il blu spumeggiante del mare, le cui onde si infrangano nelle scure rocce. Mi sembra di sentire l’urlo del mare .

La riflessione, l’analisi del pensiero, la capacità di comunicare ed emozionare con i propri versi non necessariamente in rima, rende a mio avviso, il personaggio, un poeta.

Aggiungi didascalia
Una parola grande che racchiude in sé il saper volare con ali proprie non solo graffiando cieli azzurri o nuvolosi, ma il saper trasmettere con il proprio vissuto, ciò che si è saputo vedere con gli occhi della mente, ciò che si è sentito dentro il proprio animo, e far sì che altri si possano ritrovare.Ed è questo che ho percepito nella lettura di pensieri  ed opere di aforismi dell’autore  Emanuele Marcuccio, afferrare la possibilità di raccogliere ed ascoltare il fanciullo che è in noi, lasciandolo agire permettendo alla penna d’imbrattare quel foglio bianco parlando con leggerezza, raccogliendo sogni dispersi, facendoli vivere ed emozionare. Legando il pensiero alla musica intuendo di conseguenza la bellezza dell’universo, miscelando passato, presente e futuro lasciando alle spalle ogni qualsiasi soffocamento nato dalla solitudine e soppresso dalla riflessione, dalla fantasia, filtrata poi in scrittura come forma tangibile e viva.

E’ di grande conforto conoscere l’esistenza di personaggi facenti parte del genere umano, chiamati – poeti – ancora capaci di possedere quella scintilla creativa che fa emozionare noi stessi e la Vita.


A questa necessità

di cantare ciò che ti circonda,

al saper ascoltare quel fanciullo

che ti appartiene.

Che siano

Per Te,

compagni fedeli

in ogni stagione.



lunedì 9 luglio 2012

"La metafora del giardino in letteratura" di Lorenzo Spurio e Massimo Acciai, recensione di Sandra Carresi

“La metafora del giardino in letteratura”
di Lorenzo Spurio e Massimo Acciai

prefazione a cura di Paolo Ragni
Faligi Editore, 2011

Genere: Saggistica/Critica letteraria
ISBN: 978-88-574-1703-5
Costo: 20 €



Recensione a cura di Sandra Carresi



Una lettura piacevole e istruttiva che mi ha riportata indietro nel tempo. E’ stato come esser presa per mano in un cammino esplorativo della mente.

I giardini e le loro metafore. Un viaggio nel mondo fiabesco dell’irrazionale dove si percepisce l’azione malevola dell’essere umano su esseri deboli e inferiori. Ma anche la magia di un mondo abitato da elfi, specchi parlanti, regni circondati da terre desolate, montagne imponenti, natura dall’apparenza bella e gentile, che si rivela poi ricca di intrighi e malvagia, ma, abitata anche da animali parlanti e saggi.

Il giardino, il bosco, l’orto,  rappresentano  il -  Mondo – con i sentimenti di ognuno, sia fantasiosi che umani, gli innamoramenti, le nostalgie spesso causate dal trascorrere veloce del tempo, gli affetti perduti appartenenti all’infanzia, il riavvicinamento della memoria a qualcosa di perduto ormai lontano e che improvvisamente riaffiora in età adulta riportandoci ai primissimi anni della nostra esistenza terrena.

Ognuno di noi, a volte anche incolpevolmente, possiede quel giardino, spesso lo ignora e non se ne cura, poi lo ritrova in se stesso fra la pace e la bellezza apparente o addirittura, in quel semplice spazio verde, legge la propria vita; riaffiorano i  personaggi a lui cari ed anche tutte le avversità che come un fiume, lo hanno attraversato.

Anch’io possiedo un giardino e ne osservo il passaggio delle stagioni, i suoi mutamenti e gli animali. Il caro Benny, ormai adulto che rincorre i merli, il gattino del vicino che gioca a salire e scendere dall’ulivo, il boschetto di betulle che da rigogliose e ricche di foglie verdi nella bella stagione, mutano quasi magicamente in ottobre vestendosi di rami secchi. E penso alla vita, un enorme spazio verde dove i personaggi che incontriamo e a cui ci leghiamo, ci fanno compagnia, ci danno gioia o ci graffiano, proprio come una grande magia, e nel finale lo specchio, ci rimanda la visione del nostro vissuto.

Grazie a Lorenzo e a Massimo per questa bella riflessione.



Sandra Carresi



Firenze, 9 Luglio 2012