Cristalli di vita e di passione:
Sandra Carresi poetessa a tutto tondo
a cura di ILARIA CELESTINI
Leggendo
quest'ultima opera poetica di Sandra Carresi, I cristalli dell'alba
(TraccePerLaMeta Edizioni, 2014), si ha la percezione di una semplicità
cristallina, a cui già prelude intenzionalmente e allusivamente il titolo, che
si accompagna a una non comune complessità.
Nella raccolta,
che consta di una cinquantina di componimenti, si mescolano sapientemente toni
elegiaci, in cui l'autrice rievoca scene quotidiane di piazze dove un tempo si
poteva conversare amabilmente e paesaggi che fanno da sfondo all'amore insieme
passionale e colmo di commossa tenerezza, ai registri linguistici più forti
dello sdegno contro le umane ingiustizie, contro i piccoli e grandi soprusi di
ogni giorno, e soprattutto contro la violenza gratuita e assurda che si
accanisce contro le vittime innocenti, e in quanto tale non è accettabile né in
alcun modo ignorabile.
Così la poetessa
raccoglie ed esprime il grido della giovane donna massacrata da chi un giorno giurava
di amarla, la rabbia di chi si sente derubato nei propri diritti da chi sarebbe
invece preposto a tutelarli, come i “cacciatori di poltrone” che con la sua
garbata ma potente ironia stigmatizza.
Le pagine
scorrono veloci, è un testo semplice, ma solo in apparenza; perché all'occhio
del lettore esperto non sfugge la bellezza delle rime studiate in maniera
giocosa, ma raffinata; o l'accorgimento, che ricorre puntualmente, così da
configurarsi come un vero e proprio stilema della raccolta di liriche, della
punteggiatura disposta in modo da creare l'effetto di pause del discorso
parlato.
Ed è nella
capacità di parlare a se stessa così come a chi non c'è più, a chi avrebbe
molto da dire e a chi ha taciuto troppo, che si rivela la preziosità nascosta
dietro il velame dell'eloquio fatto di parole quotidiane e comuni, ma ben
lontane dalla banalità.
L'autrice ha il
dono di quella che in psicoanalisi si potrebbe definire “personalità
strutturata”: sul piano letterario e umano, questo significa la capacità di abbracciare
ed esprimere i molteplici livelli dell'esistenza: l'amore adulto, che si dona e
che sa gustare fino in fondo le gioie della vita; la consapevolezza della
fugacità del tempo e delle terrene illusioni; la dolcezza dei ricordi di
famiglia; il rispetto e lo stupore, per le bellezze della natura e del proprio
ambiente; l'emozione per i piccoli gesti, per i colori, i sapori, e al tempo
stesso, la capacità di manifestare, sempre, la solidarietà con chi è stato
schiacciato dalla crudeltà insensata dell'uomo, e la dolorosa coscienza che ci
sono limiti oltre i quali si entra nella tragedia, di fronte alla quale non è
possibile, sul piano umano, un perdono.
Il riferimento
agli orrori del nazismo rappresenta il culmine dell'arte dell'autrice, poetessa
e donna di specchiata onestà intellettuale e dai valori cristiani profondi,
radicati, vissuti; valori che non vengono meno di fronte al crimine per
antonomasia contro l'umanità, ma che divengono condanna, per sempre, del male
assoluto e di chi lo commise, che non potrà e non dovrà trovare mai, in alcun
modo, giustificazione od oblio.
Lo stesso vale,
sul piano umile della quotidianità, per le piccole e grandi violenze di comune
criminalità, certamente infinitamente meno grave, e incommensurabile, rispetto
alle tragedie della storia, ma non per questo accettabile supinamente, nel nome
di un ipocrita buonismo.
Tutti coloro che
violano la dignità di una persona, a qualunque livello, sono per la poetessa,
da esecrare, nella negatività dei loro
gesti, come chi profana la nostra casa, la nostra intimità, o il nostro
legittimo diritto a essere tutelati e non oppressi.
Non è facile
manifestare la rabbia di fronte alle ingiustizie, e Sandra Carresi riesce a
farlo con grazia, con l'eleganza di chi non esprime rancore, ma semplicemente,
non si rassegna.
E' una raccolta
che vibra di vita, dolce come le luci dell'alba e profonda come la notte che fa
da cornice all'amore; che sa parlare dell'universo e al tempo stesso è radicata
nei momenti conviviali e di amichevole intimità.
Ed è soprattutto
un inno, un inno alla vita, nella molteplicità delle sue sfumature,
tratteggiate con uno sguardo sereno, attento, partecipe, profondamente sincero,
consapevole del dolore e della fragilità della condizione dell'uomo, e insieme
colmo di tenerezza e di bene.
Ilaria Celestini
Brescia, 15 Aprile 2014
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