Il primo caffè del mattino era per Giada una vera libidine.
Ancora assonnata, in camicia, preparava la macchinetta, accendeva il gas ed attendeva il profumo del caffè che prima lentamente e poi velocemente veniva su.
Era un vero rito quello, sia in estate che in inverno, ambedue con un fascino diverso, ma ugualmente bello.
D’inverno era attratta dal vento, dalla pioggia e anche dagli alberi scheletriti, dal cielo spesso di piombo e a volte anche un po’ sinistro; d’estate dal profumo dei fiori, e da quell’immenso azzurro in contrasto col verde dei pini altissimi.
Unico neo estivo: le zanzare e a volte qualche mosca. Fuori spesso aveva anche la compagnia delle formiche e, a dire il vero, con il classico spray e per le formiche che la macchinetta per zanzare e mosche, lei, poveretta iniziava a tossire e gli insetti, probabilmente ormai vaccinati, continuavano il loro lavoro senza morire mai, forse solo un po’ intontiti.
A volte le capitava di non bere immediatamente il caffè, perché troppo caldo ed allora, mentre si accingeva a svolgere in breve, qualche piccolo lavoretto domestico, copriva la tazzina con un piattino per evitare qualche ospite sgradito.
Ma quella mattina presto, il telefono squillò, lei si apprestò a rispondere immediatamente e non coprì la tazzina.
I due insetti alati erano fermi su piastrelle opposte, si guardarono con occhi da intesa e si scambiarono alcune domande:
Mosca: “Tu che dici? Dovrebbe essere qualcosa di dolce e prelibato, Lei lo beve tutte le mattine. Potremmo assaggiarlo, non lo ha coperto, che dici? E’ una cosa possibile per entrambe….”
Zanzara: “Io credo che meglio del suo sangue, proprio non troverei di meglio, ma a me piace l’idea di assaggiare anche quello che beve o mangia Lei, per essere così dolce…, guarda in casa c’è altra gente, oltre a quel sacco di pelo che abbaia sempre e che inutilmente cerca di prendermi…, ma Lei …eh beh, è tutta un’altra cosa…, la devo proprio punzecchiare… Dai sono pronta per volare nella tazzina.”
E così ambedue, si fiondarono sul bordo della tazzina…
Zanzara: “Se non entro un po’ più dentro proprio non riesco a sentire niente”
- Mosca: “Bene, allora che aspettiamo? Entriamo!”
Quando Giada rientrò in cucina, osservò con sospetto la sua tazzina preferita, dentro galleggiavano la mosca e la zanzara morte affogate nel caffè, invece che uccise dall’insetticida.
“Accidentaccio!”, esclamò nervosa, arrovesciando il liquido nel lavabo, “Ho fatto tardi e non posso rifarmi il caffè. Devo uscire senza prenderlo stamani”.
Guidò nervosa fino al suo ufficio.
Gli umani sono così: basta una piccola contrarietà, un appuntamento annullato, un’abitudine momentaneamente sospesa e subito il Mondo diventa fastidioso, faticoso e stanco.
E pensare che Lei con un caffè si era liberata da due antipatici nemici; ma gli umani si sa, sono attaccati alle loro abitudini, si fermano spesso alle apparenze, senza riflettere, senza capire che forse, ciò che è venuto a mancare un momento, può tornare utile in un altro, o forse questa è solo una riflessione positiva per lasciare una porta aperta all’ottimismo e alla piacevolezza della vita.
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