lunedì 13 febbraio 2012

Il caffè mancato

racconto di SANDRA CARRESI



Il primo caffè del mattino era per Giada una vera libidine.
Ancora assonnata, in camicia, preparava la macchinetta, accendeva il gas ed attendeva il profumo del caffè che prima lentamente e poi velocemente veniva su.
Era un vero rito quello, sia in estate che in inverno, ambedue con un fascino diverso, ma ugualmente bello.
D’inverno era attratta dal vento, dalla pioggia e anche dagli alberi scheletriti, dal cielo spesso di piombo e a volte anche un po’ sinistro; d’estate dal profumo dei fiori, e da quell’immenso azzurro in contrasto col verde dei pini altissimi.
Unico neo estivo: le zanzare e a volte qualche mosca. Fuori spesso aveva anche la compagnia delle formiche e, a dire il vero, con il classico spray e per le formiche che la macchinetta per zanzare e mosche, lei, poveretta iniziava a tossire e gli insetti, probabilmente ormai vaccinati, continuavano il loro lavoro senza morire mai, forse solo un po’ intontiti.
A volte le capitava di non bere immediatamente il caffè, perché troppo caldo ed allora, mentre si accingeva a svolgere in breve, qualche piccolo lavoretto domestico, copriva la tazzina con un piattino per evitare qualche ospite sgradito.
Ma quella mattina presto, il telefono squillò, lei si apprestò a rispondere immediatamente e non coprì la tazzina.
I due insetti alati erano fermi su piastrelle opposte, si guardarono con occhi da intesa e si scambiarono alcune domande:
Mosca: “Tu che dici? Dovrebbe essere qualcosa di dolce e prelibato, Lei lo beve tutte le mattine. Potremmo assaggiarlo, non lo ha coperto, che dici? E’ una cosa possibile per entrambe….”
Zanzara: “Io credo che meglio del suo sangue, proprio non troverei di meglio, ma a me piace l’idea di assaggiare anche quello che beve o mangia Lei, per essere così dolce…, guarda in casa c’è altra gente, oltre a quel sacco di pelo che abbaia sempre e che inutilmente cerca di prendermi…, ma Lei …eh beh, è tutta un’altra cosa…, la devo proprio punzecchiare… Dai sono pronta per volare nella tazzina.”
E così ambedue, si fiondarono sul bordo della tazzina…
Zanzara: “Se non entro un po’ più dentro proprio non riesco a sentire niente”
- Mosca: “Bene, allora che aspettiamo? Entriamo!”
Quando Giada rientrò in cucina, osservò con sospetto la sua tazzina preferita, dentro galleggiavano la mosca e la zanzara morte affogate nel caffè, invece che uccise dall’insetticida.
“Accidentaccio!”, esclamò nervosa, arrovesciando il liquido nel lavabo, “Ho fatto tardi e non posso rifarmi il caffè. Devo uscire senza prenderlo stamani”.
Guidò nervosa fino al suo ufficio.
Gli umani sono così: basta una piccola contrarietà, un appuntamento annullato, un’abitudine momentaneamente sospesa e subito il Mondo diventa fastidioso, faticoso e stanco.
E pensare che Lei con un caffè si era liberata da due antipatici nemici; ma gli umani si sa, sono attaccati alle loro abitudini, si fermano spesso alle apparenze, senza riflettere, senza capire che forse, ciò che è venuto a mancare un momento, può tornare utile in un altro, o forse questa è solo una riflessione positiva per lasciare una porta aperta all’ottimismo e alla piacevolezza della vita.


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