I
CRISTALLI DELL’ALBA
di SANDRA CARRESI
Tracceperlameta Edizioni, 2014
Recensione di ANNA SCARPETTA
La poesia, di Sandra Carresi, dal titolo: I Cristalli dell’alba, esalta
tematiche notevolmente universali, con
una varietà che spazia, in maniera metodica, così laboriosa, dal sociale ai
ricordi importanti d’infanzia. Invero, s’impone all’attenzione del pubblico con
una caratteristica assai particolare che la distingue con una poetica dinamica,
in qualità di attenta osservatrice di luoghi, borghi, contrade; soffermandosi
con carattere assai tenace sugli accadimenti di taluni eventi e orrori nel
mondo. Dunque, una poesia in linea con i tempi moderni, con i suoi crudeli malesseri, come afferma in questa poesia Tempi
Feroci: “Feroci questi tempi/di sangue e di sale/di gelosie e vendette./Calici
amari le cui bocche si apprestano a bere lacrime che non usciranno mai (…).
pag. 16.
Ai nostri giorni, i tempi feroci, sono
davvero folli per l’ineluttabile drammaticità, con avvenimenti che quando si presentano,
nella loro nuda crudeltà, ci fanno sentire basiti da tanta incredibile malvagità;
esattamente come ci spiega, la poetessa, citando il fenomeno “femminicidio”,
in La
follia omicida dell’Oggi: “Lascerò leccare le tue ferite/ ai miei cani, se le
avrai./ Io, non lo posso fare./Potrò forse, un giorno perdonare,/ma tu, dovrai
pagare tutto, fino in fondo./Lo devi al Mondo.” pag. 30.
La poesia, di Sandra, sostanzialmente,
risulta efficace e intensa nei particolari così minuziosi anche quando incalza, con tono sommesso.
Invero, versi mordenti, pregni di forte disappunto, sanno scuotere menti e coscienze,
come recita scrupolosa la poesia Onestà: “A quell’Italia che muore di vita
e di ogni serenità./A quell’Italia onesta e lavoratrice/ che subisce strozzata
da tante tasse e burocrazia./ A quell’Italia che va via, non viaggia si
ammazza./A quell’Italia umiliata in quel teatro di vita./ (…)”. pag. 21/22. Una
lirica, fin troppo generosa, improntata su di una visione reale del nostro
paese.
La lettura del libro di Sandra
Carresi, in concreto, risulta
abbastanza piacevole, si coglie altresì il senso chiaro così specifico nella
diversità di taluni versi, forgiati con una carica di essenza, pregna di
energico magnetismo, assai particolare. A mio dire, una ricchezza di pensiero
che le appartiene naturale, in fatto di linguaggio, come si può dedurre esplicitamente
in: Le
miserie di cuore, matrice di una visione personale fin troppo realistica,
una bravura che spazia convinta sui temi sociali, in cui sostiene, con grinta: “Le
miserie di cuore rendono schiavo l’Uomo/del denaro e del potere/in un secolo
gonfio di valori/sbattuti a terra come falsi pudori./ Periodo storico di menti
sapienti/creatrici di numeri pronte a partorire tasse/ (…)” pag. 80.
Da una minuziosa analisi, si
spiega meglio il suo linguaggio aperto e l’uso di una dialettica affinata con sottile
arguzia, senza ricerca evidente della
parola per poter esprimere in versi tutto ciò che osserva e che vive con
intensa emozione. Ella, riesce a descrivere, con passione e bontà d‘animo
gioie, dolori, e altrettanti pezzi di viva memoria che vengono riportati alla
luce con una precisa tecnica poetica assai distinta. Tuttavia, nella sua minuziosa visione, non risparmia versi forti,
esprimendo finanche un soffuso orrore per un mondo che non migliora. E’ il caso
di citare un’altra lirica, ricca di notevole significato, che avvalora ogni mia considerazione innanzi espressa,
in: La Passione del Mondo: “E’ nel cuore che la
pena aumenta./E’ nella mente che come lama serpeggia./Oggi, è Lei che
indietreggia, Lei la passione di sempre/teme il crollo delle genti/che ha
mescolato valori in confusioni./ Impoverita e stretta nei cuori di chi/ cura
gli interessi personali./ (…)./Passione, motore e crescita di ogni valore.
(pag. 75).
E’ in
realtà un’accorata poesia che riesce a incarnare, in un inno armonico, così glorioso,
talune passioni che un tempo furono, non soltanto l’orgoglio, ma l’emblema degli
uomini audaci, che seppero coltivare eroiche
speranze assieme ai loro sogni.
Ma, lo sguardo dell’autrice, costantemente
armonioso, è spesso orientato, con incredibile
curiosità, verso suggestivi borghi di città con le sue caratteristiche contrade.
Cito volentieri, di buon grado, un’altra bella poesia dal titolo: Il
Borgo “Tappeto verde e culla degli ulivi/là, nella campagna Toscana/dove si
respira il profumo del mare./Se s’alza il vento, ti porta lontano,/se splende
il sole, ti puoi spogliare (…).” pag. 71. Ebbene, la poetessa ama girare per le strade e i borghi, a curiosare,
come ci spiega in questi versi dal titolo: Piazze e Bancarelle “Giro fra
bancarelle/sotto il sole cocente/di agosto./Fra cianfrusaglie e chincaglieria,/ognuno
mostra la propria mercanzia./Volti accaldati, sudati e sorridenti in quella
piazza gremita di genti. (...).” pag. 52.
Senza dubbio, Sandra Carresi,
conserva intatta una genuina freschezza di recepire, in maniera visiva,
determinati paesaggi rischiarati, al mattino, dal tiepido raggio di sole. Basti citare Il ventaglio in cui
afferma:”(…) Lo vedo dai vetri, specchi su cui riflette il sole./Pini
altissimi, li ho di fronte, e come un ventaglio le cui stecche si abbracciano,
cos’, anche loro da destra a sinistra, spolverano il cielo (…).” pag.18.
I
versi sono plasmati da una segreta scintilla di forte empatia. E, quando leggi,
sei presa sull’essenzialità sostanziale dei contenuti, ricchi di suggestiva umanità
e profonda sensibilità in altre poesie, pregne di bellezza interiore e altrettanta generosità. Pertanto, cito
volentieri: Vorrei, E’ quel tempo, Ti racconto di te, Zia Tosca, L’alba e tu, Non
avere il coraggio, Mani lunghe e magre.
Attraverso i versi, i ricordi della poetessa divengono preziose immagini che sembrano ritornare alla
realtà in punta di piedi, come in un’immediata, limpida, visione in Ricordi
e sapori lontani: “Ricordi e sapori lontani,/là, in quella piazza a ferro di
cavallo/in quel di Barberino di Mugello. Piazza Cavour, tanti alberi, poche
macchine, (…)”. pag. 65. Nella raccolta di poesia, di Sandra,
si può meglio comprendere il suo costante lavoro poetico, dosato con meticolosa
metodicità; pure quando enuncia in versi l’improvviso risveglio di taluni vivi
ricordi, in cui ella si apre per raccontarci storie vissute, in: Buon
Natale! “Buon Natale a tutti voi che porto nel cuore./A voi tutti che siete da
sempre/le mie radici e i miei ricordi. (…)” pag. 76.
Sandra Carresi, nei suoi
versi, racconta o meglio ci racconta, parlando
sovente di amore, di passioni vissute che sembrano far capolino attraverso la
caparbia nostalgia, stuzzicando compiaciuta la bellezza della sua fantasia. Versi
veraci e belli, come ci narra quest’altra poesia, Il regalo in cui afferma:”Ti regalo
quel raggio di sole che fa capolino/nel fresco mattino./Non lo lasciare in
strada, catturalo e mettilo in tasca./ Lo dovrai liberare la sera, quando ogni
luce sarà fredda. (…)”. pag. 58.
I versi, tuttavia, sanno dare costantemente l’idea
della precarietà di un tempo che fugge e l’impossibilità vera di catturare un
raggio di sole, per trattenerne l’inspiegabile bellezza di luce che rapisce e
avvolge l’anima verso uno spazio infinito. Infatti, così ci spiega nella
poesia Oceano, in cui afferma: “Mentre le spighe regalano l’oro alla terra/
i tuoi occhi fanno dell’Oceano un mare in tempesta (…)”. pag. 57.
L’Autrice di questo libro, infine,
s’impone al pubblico, con una poetica inestimabile ricca di diversità in fatto di
contenuti sociali e spirituali. Dunque, versi forti, alquanto incisivi. La sua
visione, di acuta osservatrice, viene fuori attraverso determinati versi, anche
nella poesia dal titolo: Acqua. A mio parere, versi fluidi e scorrevoli,
ricchi di omogeneità di pensieri, che esaltano
verità inconfutabili; peraltro accompagnati da un senso di sottile
preoccupazione, che rimane chiusa in talune liriche come questa, quando afferma
con accorata voce: “Piove forte/ a scroscio, si ferma, riprende./ E’ caldo e umido questo
Novembre/strano e modificato./ Scruto l’Arno. Ha un
aspetto sinistro/ in queste giornate Tropicali, sembra un bosco disteso, addormentato
forse … abbandonato./Respiro forte, rumore e odore nauseante, di macchine, poi
…, terra bagnata e violata/in questo letto di fango che scivola via/verso
chissà quale disastro in questo Mondo complicato”. (pag. 68/69).
In sintesi, non sbaglierei,
dicendo che la sua visione del mondo sembra essere il punto cardine, vero, attorno al quale
incentra una poetica assai profonda e significativa, altresì incisiva. Versi
temprati da un pensiero energico, costantemente levigato come goccia di pioggia
insistente che cade sulla dura roccia. Dunque, versi impegnati che si
riconoscono, sin da subito, per passione, dedizione e forte amore.
Sandra Carresi, ha
finalmente raggiunto la giusta maturità espressiva in questa pregiata silloge poetica:
I
cristalli dell’alba, che ho più volte letto con rigoroso riguardo e
delizia, rimanendo affascinata dai suoi piacevoli versi e dal modo di come dice le cose che vede. Ella
riesce a esprimere concetti con una gentilezza
d’animo che sembra correre sul filo dell’armonia universale; talora in maniera
spedita, ma spesso in punta di piedi, regalando al lettore, che desidera davvero
conoscerla, momenti intensi di piena espressività. E’ una voce poetica assai
audace che spazia in un mondo reale e riesce ad imporsi con istintiva
naturalezza alla preziosa attenzione di taluni noti critici, nonchè del pubblico, sempre più
numeroso, appassionato di bella, vera, poesia.
Novara,
lì 21.06.2014
Anna Scarpetta